giovedì, settembre 14, 2006

Love boat. Peter chi?

Ecchecavolo! Non ci si può distrarre un attimo! Uno non può manco andare a trovare gli skipper siriani in santa pace! E chi è 'sto Peter poi? Che assomiglia pure a Fini.

mercoledì, settembre 13, 2006

Aridatece

Mi dicono dal Portogallo che l'Inter ha esordito con successo in Champions League. Mancini è un Dona Doni. Aridatece la Juve.

Guten Morgen Berlin

La giornata promette bene. Cielo azzurro e sole splendente. Alle 10 il termometro segnava 17 gradi: in radio assicurano, farà caldo, continua l'estate settembrina. Pare che sia merito dell'anticiclone russo che tiene lontane le nuvole e soffia aria temperata dall'est: sarà l'effetto benefico degli accordi con Gazprom.

I MAROSI DI ANGIE
Alla cancelleria si sono svegliati presto e hanno già siglato l'accordo sull'impegno della marina tedesca nella missione libanese. Spediranno le navi e pattuglieranno il Mediterraneo. Nel frattempo si sono impennati i prezzi delle creme abbronzanti. Il naviglio arriverà ai primi di ottobre. Per il resto il governo di Grosse Koalition che tanto piace ai commentatori italiani naviga in acque perigliose, oscillando ora di qua sulla riforma sanitaria, ora di là su quella del federalismo. Molto si discute, poco si fa. E si sprecano, come dopo le elezioni, le ipotesi più balzane su nuove e originali maggioranze. Giamaica a destra, con liberali e verdi; semaforo a sinistra, con liberali e verdi. Il Guidone liberale è lusingato e, secondo i sondaggi, in crescita. Pare abbia il dente avvelenato con la Cdu, il vecchio partner e che stia flirtando con il nuovo e brillante capo della Spd, il presidente del Rheinland-Pfalz Kurt Beck. Intanto attacca il governo sulla missione in Libano. Nel mezzo dei marosi, per il momento, Angela Merkel: tempi duri, lei ha grinta, vediamo se basterà.

COL FIATO SOSPESO
Anche sulla gru di fronte al Palast der Republik c'è qualcuno che si è svegliato presto, non appena il sole ha spedito i primi raggi. Si tratta di un trentenne che da ieri sera s'è arrampicato lì in cima e non vuol saperne di scendere. Deve essere un tipo bizzarro: non comunica con la polizia di sotto e ogni tanto si sporge nel vuoto tenendo tutti col fiato sospeso. Più tardi ci facciamo un salto. Se sta ancora lì gli mando i vostri saluti. Apprezzerà e magari deciderà di venir giù. Intanto godetevi l'eterna querelle sul Palazzo della Repubblica e sull'ipotesi di ricostruire il vecchio castello.

ADDIO KEBAB
Fleisch-Skandal, ovvero lo scandalo della carne avariata. Ha tenuto banco per settimane. In Italia non ne ha parlato nessuno: bisognava andare sul blog di Germanynews. Eppure s'è ipotizzato anche un commercio di questa carne puzzolente verso l'Italia. Domenica scorsa, un lettore di Repubblica si lamentava in una lettera al giornale del silenzio sui media italiani: a chi giova? Indovinate un po'. Noi ci siamo spaventati abbastanza. Niente kebab, alla faccia dell'integrazione turco-tedesca: sarà un segno dei tempi. Ci daremo al pesce del Mare del Nord e frequenteremo la catena dei Nordsee.

PARTY-WOWI PUNTA AL BIS
Settimana finale di campagna elettorale. Un po' più a nord, nel Mecklemburgo, dove si allunga l'ombra di una Grosse Koalition in versione regionale. E qui a Berlino per il rinnovo del Borgomastro. Party-Wowi (il sindaco uscente Klaus Wowereit, così chiamato per il suo presenzialismo festaiolo) va alla grande anche se il suo avversario della Cdu Pflüger sta conquistando visibilità nella volata finale. Ma Berlino è rossa e gli obiettivi sono diversi: Wowi vorrebbe fare il pieno per fare a meno dei neo-comunisti, sempre un po' ingombranti; Pflüger punta di fatto a una Grosse Koalition che riporterebbe la Cdu nelle stanze del potere. Ieri unico faccia a faccia in tv, sulla rete rbb: un po' deludente. Ma Wowi ha la vittoria in tasca.

martedì, settembre 12, 2006

Mamma la Turco

Forse, dopo questa figura, potrebbe lasciare ad altri il suo posto di ministra. Credo che il governo se ne gioverebbe. E pensare che in difesa di Cognetti - e contro la Turco - era sceso in campo (e pesantemente) anche Eugenio Scalfari.

La storia di Gianni C.

Si chiama Gianni C., ha 30 anni e si divide tra gelati e pizze. E' un nostro connazionale che vive e lavora a Berlino. Della sua storia si occuparono i giornali e le televisioni tedesche e italiane lo scorso maggio e ne parlammo anche noi su questo blog. Gianni C., in una umida notte di maggio, si presentò sanguinante e con il ginocchio fratturato in una stazione di polizia di Berlino denunciando un fatto gravissimo: l'aggressione da parte di un gruppo neonazista.

Denunciò: giovani dalle teste rasate lo avevano bloccato nella stazione metropolitana di Alexanderplatz, interrogato sulla nazionalità e infine, essendo risultato italiano e non ariano, lo avevano riempito di botte. Con una mazza da baseball gli avevano frantumato il ginocchio. Gianni C. finì in ospedale per questo, è stato operato con successo e adesso il suo ginocchio funziona di nuovo e gli fa muovere la gamba con ritrovata agilità. Gianni C. si è nel frattempo anche sposato. Quando torna a casa, gli sorride una bimba di un anno. Per lui, 500 solerti militanti berlinesi sono scesi in piazza a protestare contro il razzismo. Oggi però Gianni C. è comparso davanti a un tribunale di Berlino. La sua storia non convince. Non ha mai convinto i poliziotti di quella stazione.

La sua storia è piena di contraddizioni. Soprattutto, agli atti c'è il video di quella notte umida, registrato da una delle tante telecamere che sbirciano a raggi infrarossi ogni movimento nella stazione metropolitana di Alexanderplatz. In quel video non si vedono teste rasate. In quel video, si vede Gianni C. che, solo soletto, barcolla sulla piattaforma del binario e pericolosamente si avvicina al bordo. E di colpo si getta sui binari, forse nel tentativo di oltrepassarli. Sembra pure ubriaco. Una volta, nelle nostre piccole stazioni, c'era sempre la scritta "non oltrepassare i binari" ma pochi la rispettavano, con il brivido che correva lungo la schiena quando si saltavano le barre di ferro, stupida roulette russa di provincia sulla ruota del destino.

La polizia sostiene che Gianni C. fosse un pò, come si dice qui, "betrunken", diremmo alticcio per carità di patria. Gianni invece insiste nella storia del pestaggio, anche se la sua versione ha preso mille sfumature, cento altre strade. Il processo riprende il 26 settembre. La polizia ha offerto molte occasioni a Gianni C. di cambiare la sua versione e di recuperare verità e dignità. Ma lui insiste. Il suo avvocato ha rabberciato la difesa alla meno peggio. I 500 manifestanti hanno sparso per le strade il loro buonsenso. E noi staremo a vedere come finirà questa storia. I gruppi neonazisti sono contenuti e non presentano una minaccia per la societá tedesca. Ma sono pericolosi per l'incolumità di singoli cittadini, specie nelle regioni dell'est. E non c'è alcun bisogno di falsi allarmi e storie inventate. Qui, in tedesco dalla Berliner Zeitung, la cronaca della giornata processuale.

Comunque...

... comunque stasera siamo arrivati a Berlino e quello che accade a Giùitalia appare tanto, tanto lontano. Buona birra a tutti.

Non moriremo mediasettiani

Mi dicono che in Italia Enrico Mentana (ancora in corsa per soffiare il posto di direttore del Tg1 a Riotta) abbia festeggiato l'11 settembre riproponendo spazzatura da audience su una rete Mediaset. Mi sembra che da Gubbio (convegno di Forza Italia) non sia uscita una chiara e coerente (e magari non populistica) linea politica di opposizione: si navigherà a vista e Berlusconi (e solo Berlusconi) deciderà di volta in volta, di provvedimento in provvedimento, che atteggiamento prendere. Dunque, se due più due fa ancora quattro, l'opposizione di centrodestra misurerà la propria azione sulle leggi che il centrosinistra si appresta a fare sul conflitto d'interessi e su Mediaset. Cioè il centrodestra dovrebbe difendere come fosse un bene nazionale quella Mediaset che permette a Enrico Mentana di rimestare nel torbido (e quindi in fondo di fare pessimo giornalismo) in una giornata luttuosa, al fine di ottenere qualche gallone in più nella corsa per il Tg1. Misero quel programma di opposizione che vive solo per la difesa di una bandiera televisiva. Misera quella televisione che non riesce a fare buon giornalismo. C'era una volta la politica...

E' morto Joachim Fest, borghese scettico

All'età di 79 anni Joachim Fest, storico tedesco, è morto nella sua casa di Kronberg. Nato a Berlino nel 1926, Fest è stato in passato anche giornalista, alla tv Ndr (Norddeutscher Rudfunk) e poi alla Frankfurter Allgemeine Zeitung dove fu condirettore e responsabile della redazione culturale. In quella veste pubblicò nel 1983 la famosa lettera di Ernst Nolte "Un passato che non vuol passare" che suscitò enormi polemiche. E delle polemiche Fest non aveva paura, specie verso gli intellettuali di sinistra: nel 1976 criticò il pezzo teatrale "Il pattume, la città e la morte" di Fassbinder come espressione "di un fascismo di sinistra", "insulto volgare ispirato da cliché ordinari" dal quale emerge un "antisemitismo (...) tattico proprio di un atteggiamento radical-chick" (Faz). Ma la sua fama è dovuta principalmente alla sua opera di storico. Di orientamento liberal-conservatore, Fest inaugurò negli anni Settanta un nuovo approccio alla lettura del nazismo, meno ideologico, più legato alla lettura dei documenti. Fu in Germania qualcosa di simile a quello che da noi fu Renzo De Felice per la storia del fascismo. Monumentali le sue biografie di Hitler e Speer così come i lavori sulla resistenza tedesca al nazismo(sempre pubblicati in Italia da Garzanti). Da un suo libro sugli ultimi momenti della vita del führer è stato tratto il recente film di successo Der Untergang (La disfatta). Negli ultimi anni, seguendo una lunga tradizione tedesca, si era dedicato alla scrittura dei ricordi. Da poco uscito anche in Italia Incontri da vicino e da lontano, una specie di Walhalla della cultura tedesca del Novecento. In Germania si attende a giorni l'ultima sua fatica: Ich nicht. Qui lo speciale su Joachim Fest della sua vecchia testata, la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

In Baviera in Baviera

Abbiamo appena attraversato la Baviera in festa per la visita pastorale di Benedetto XVI. E dunque non ci siamo curati delle polemiche laiciste che in queste ore trovano spazio in Italia. C'è sembrata roba vecchia e forzata, cattive interpretazioni, ciniche estrapolazioni di discorsi complessi. È duro seguire un'omelia. Però non è obbligatorio. Questo Papa spiazza tutti: i neofiti entusiasti come i laicisti pregiudizialmente ostili. Altra pasta, altro livello. Qui siamo con Davide Rondoni. Per inciso, oggi a Regensburg altra grande giornata. E qui due brevi reportage dal Walking Class dello scorso anno da Marktl am Inn e Altötting, due delle tappe del viaggio bavarese di Ratzinger.

sabato, settembre 09, 2006

Berlino rossa e indecisa

Nessun effetto-Merkel nella capitale. Domenica 17 si vota a Berlino per il rinnovo del Senato locale. Il sindaco uscente, Klaus Wowereit (spd) è dato largamente favorito sugli avversari. Secondo i sondaggi la coalizione rosso-rosso-verde (spd, linke, grüne) dovrebbe essere confermata. Il 74 per cento degli interpellati considera "buono" il lavoro svolto da Wowereit. Tuttavia, il quotidiano Der Tagesspiegel, ci informa che, a una settimana dal voto, metà dei berlinesi sarebbe ancora incerta sul candidato da scegliere. Il barometro politico non sembra però concedere alcuna chance al candidato dei conservatori: Berlino resterà rossa.

giovedì, settembre 07, 2006

Ecologisti a destra?

A vedere come da noi il partito verde del sultano Alfonso Pecoraro Scanio ha ridotto il dibattito attorno ai temi ecologisti viene da chiedersi come mai il centrodestra italiano non abbia mai pensato di lavorarci sopra per inserirli nella propria agenda. Dalle parti della Cdl prevale semmai una cultura industrialista e filo-imprenditoriale che considera qualsiasi discorso sulla salvaguardia della natura roba da anticapitalisti. Il discorso sul surriscaldamento della terra non viene affrontato seriamente confrontando dati e scoperte (magari anche per riportarlo nella giusta dimensione) ma suscita scontate alzate di spalle. Qualsiasi impianto industriale o energetico, qualsiasi intervento di cementificazione viene salutato con giubilo e considerato un fiero atteggiamento politicamente scorretto. Non v'è dubbio che l'ecologismo sia diventato molto ideologico e che certi estremismi nuocciano alla modernizzazione di un paese per molti versi arretrato. Però non tutto l'ecologismo è da buttar via: a dirla tutta, una ferrea difesa della natura dovrebbe essere innanzitutto un discorso conservatore. Mentre in Italia l'ecologismo è appannaggio della sinistra. Al di fuori, solo la chiesa cattolica sembra aver preso coscienza del problema: un paio di domeniche fa, Benedetto XVI aveva dedicato un suo Angelus a quella che cristianamente ha chiamato «salvaguardia del creato». Fuori dall'Italia è invece tutta un'altra musica, tanto è vero che in Germania i contatti politici tra cdu e gruenen sono molto fitti: la distanza è ancora tanta, ma oggi non si esclude, a livello teorico, che un giorno verdi e conservatori possano dar vita a una inedita esperienza governativa. In Inghilterra il tory David Cameron spinge molto sui temi ecologisti, così cari alla base elettorale borghese del partito. E negli Stati Uniti i repubblicani Arnold Schwarzenegger e John McCain prendono misure per ridurre l'emissione di gas nell'aria. Qualcuno voleva spunti per il convegno di Gubbio?

Romania e Bulgaria nella Ue, il 26 si decide

Ingresso nell'Unione Europea dal primo gennaio 2007 ma con una serie di clausole di salvaguardia. Questa è la soluzione che sembra profilarsi per Romania e Bulgaria, i due paesi est-europei attardatisi sulla strada delle riforme e che erano stati temporaneamente esclusi dall'allargamento del 2004. Ora le riforme sono state in gran parte completate, almeno sulla carta. L'Europa si augura che il loro ingresso possa essere un ulteriore stimolo a trasferire nella pratica le regole di stampo europeo. La decisione finale verrà presa nel summit europeo del 26 settembre. Su questo tema il settimanale francese Courrier International offre ai lettori una sintesi delle opinioni della stampa europea in tre lingue: inglese, tedesco e francese. Qualche mese fa la rivista di geoeconomia Emporion ha dedicato un numero monografico alla Romania.

Goodbye Mr. Blair

Stampa britannica in fibrillazione per il discorso ufficiale di Tony Blair, atteso di minuto in minuto. Le indiscrezioni di ieri sono state confermate, indirettamente, anche da Downing Street: Blair sta pianificando il suo addio. Ma una data non è ancora stata trovata, si parla di maggio o giugno 2007, e forse neppure nel suo discorso di oggi Blair scioglierà la riserva. Il tutto è oggetto di un forte contrasto tra lo stesso premier e il suo successore Gordon Brown. Tra i due non scorre più buon sangue e Brown non si fida di Blair. Secondo retroscena giornalistici, ieri i due si sarebbero scontrati privatamente proprio sul momento del passaggio di consegne. Blair vorrebbe che Brawn lasciasse un mese prima la guida del partito. Ma questi teme di restare ad appassire a bagnomaria. David Cameron e il suo rinnovato partito conservatore, sono ormai alle calcagna.

Notizie in diretta dalla BBC e una prima analisi sulla turbolenta transizione che di fatto si è già aperta. Dentro il contrasto fra Blair-Brown con un articolo del Times. Matthew D'Ancona ci racconta dalle pagine dello Spectator la grande guerra civile nel Labour Party. Il country briefing sulla Gran Bretagna dell'Economist.

Love boat. Ranieri ruffiano

Questa mattina Ranieri ha citato Condy nell'intervento alla Camera. Ruffiano. In volo su Amman: il deserto mi mette malinconia. Sentimentalmente sto una chiavica. L'americana tiene il telefonino spento. E mi dicono che mi hanno trombato il Riotta alla Rai.

Dona Doni

In difesa ne doniamo molti. Squadra senza equilibrio. I nuovi innesti non sono all'altezza della nazionale. E la vecchia guardia medagliata deve ricaricare le batterie. Splendida l'idea dei nuovi gestori del calcio italiano di far slittare l'inizio dei campionati a metà settembre: le prime due partite eliminatorie le abbiamo giocate sulle gambe. Forse, il salto da Livorno a Coverciano è stato un po' troppo lungo. Non c'è molto tempo per rimediare. Ah, dimenticavo: Lippi, quel farabutto amico di Moggi!

mercoledì, settembre 06, 2006

Tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu...

Oggi il telefonino di Condy risulta sempre occupato. Almeno qui dall'Ikarus. Ho fatto il 5. Speriamo.

Bild: domenica Schumi annuncia il ritiro

Istrionico e populista, il quotidiano popolare tedesco Bild è noto per titoli e sparate che le persone dabbene in genere non prendono sul serio. Su una cosa difficilmente sbaglia: Michael Schumacher. Con il pilota della Ferrari, i cronisti della Bild hanno un legame particolare e di lui sanno di tutto e di più. Oggi il quotidiano spara in prima pagina una notizia non del tutto inattesa eppure clamorosa: domenica Schumi annuncerà il suo ritiro dalle corse. Per lui (e per il titolare di questo blog che è un suo fan) sono rimaste solo quattro gare. Magari, però, il cronista ha calcato un po' la penna. Magari.

Francia-Italia

In fondo è solo una partita di calcio. E così, a due mesi dalla notte di Berlino, Francia e Italia si ritrovano di fronte a Parigi per il turno eliminatorio all'Europeo del 2008. Zizou, il colpo di testa, l'insulto di Materazzi, tutto è servito a far da contorno mediatico a una finale tesa e difficile che abbiamo vinto ai rigori. Ora Francia-Italia sembra la madre di tutte le partite e invece non è vero. La Francia, calcisticamente parlando, non è una potenza, la sua forza è molto recente, la storia pallonara non è piena di epiche contrapposizioni tra le due squadre. Fino a un paio di decenni fa a solo sentir parlare di una partita con i transalpini, si tiravano fuori gli sbadigli, certi di morir di noia e di pizzichi. Poi arrivò Platini. Poi arrivò Zidane. E la Francia divenne una squadra temibile e rispettabile. Pure spocchiosa, cosa che dà sempre un certo gusto a metterla sotto. Ma il piacere finisce qui. A rivedere in questi giorni le repliche delle partite mondiali su Sky, ci si emoziona sempre di più a Germania-Italia 0-2, perché quelle sono le vere classiche del calcio mondiale e non c'è montatura mediatica che possa manipolare uno sport che si regge ancora sul sentimento, sulle leggende, sui racconti tramandati. Dunque stasera non sarà una battaglia epica ma una semplice partita di calcio. Se fischieranno l'inno italiano sarà per "rosicamento", come ha detto il nostro nuovo intellettuale di riferimento Gennaro Gattuso (sia detto per inciso, noi italiani invece lo facciamo regolarmente per maleducazione, come accaduto sabato scorso a Napoli contro i poveri lituani: fischiare l'inno della Lituania, vergogna!). Noi, seraficamente, potremo rispondere: poporopopopopo...

Downing Street, l'exit strategy di Tony Blair

Ogni paese ha i suoi "pizzini". Da noi circolano quelli sulle nomine alla Rai, spazzatura nella quale sguazzano ipocriti, buoni a nulla, tattici, cacciatori di scoop per conto terzi, di certo nessuno che abbia a cuore i destini di un servizio pubblico almeno decente. Più gustosi i pizzini che circolano nei palazzi istituzionali londinesi e che anticipano le modalità con cui gli "spin doctor" stanno programmando l'uscita dalla scena politica di Tony Blair. Chiacchiere e biglietti erano finiti in un articolo riassuntivo sbattuto in prima pagina sul Daily Mirror e, sempre ieri, l'indiscrezione aveva raggiunto la pagina ufficiale del sito della BBC, che citava dichiarazioni informali dei più stretti collaboratori del premier: entro il 2007 lascerà. Oggi ci ritorna il Corriere raccontando ai lettori italiani l'intera storia. Blair vorrebbe mollare prima di imboccare l'inevitabile strada del declino. Ma vista l'ultima tornata elettorale trionfale per il nuovo, giovane leader conservatore David Cameron, non è già troppo tardi?

Italia, viva la Rai

Parole sagge (per il momento le uniche) nella grande pagliacciata della Rai che si replica ad ogni cambio di governo. E pare che D'Alema ne abbia parlato al telefonino con Condy. Comunque, un grazie a Mauro Mazza per la sua professionalità e onestà. Non servirà d'esempio, ma aiuta a sentirsi in pace con la propria coscienza.

martedì, settembre 05, 2006

La Germania rientra nei parametri di Maastricht

Mentre in Italia si discute dell'entità della Finanziaria che dovrebbe avviare il risanamento dei conti pubblici e la sinistra estrema complica il lavoro del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, il suo collega tedesco Peer Steinbrücks (spd) annuncia al Bundestag che la Germania rientrerà nei parametri di Maastricht entro la fine di quest'anno e non entro il 2007 come in un primo tempo programmato. Il rapporto deficit pubblico/pil scenderà sotto il 3 per cento e anzi, secondo Steinbrücks, è possibile prevedere una cifra finale del 2,8 per cento. Così, il più grande paese europeo rimette a posto i propri numeri, abbandonando dopo un breve cedimento "tremontiano" la strada della finanza fuori controllo. La cancelliera Merkel (cdu) si augura che le buone notizie di politica economica possano rilanciare l'azione del governo.

Il fiume biondo tra Budvar e Pilsner Urquell

Come diceva papa Ratzinger a proposito del latino, torniamo al nostro amato "estero" dopo qualche post dedicato alle miserevoli vicende politiche italiane. E tuffiamoci in Repubblica Ceca con Evan Rayl, inviato del New York Times (via International Herald Tribune) per gustare il tour delle famose birrerie di Budvar e Pilsen, orgoglio della cultura gastronomica boema.

Eppure sarebbe semplice...

"[...] Il partito di Guzzanti, ancora comprensibilmente sotto choc post-elettorale, non ha bisogno di girotondi, ma magari, per la prima volta, di un congresso democratico, libero, non chiamato ad applaudire, ratificare con l'ovazione le scelte del Capo, inchinarsi ai dirigenti che il Capo ha magnanimamente scelto di cooptare con decisione insindacabile. Se per la prima volta si vedesse in un congresso di quel partito un dissenso autentico, se qualcuno cominciasse il suo intervento con un semplice ma fermo «non sono d'accordo con il presidente Berlusconi», altro che scossa, sarebbe una rivoluzione, il segno che in quel regno non si manifesta più un'ecclesia di devoti, ma un'assemblea libera di cittadini appassionati di politica che legittimamente sperano di tornare a vincere. Per Forza Italia una rivoluzione vera. Per tutti gli altri, più semplicemente, la sensazione di una democrazia normale".
Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 5 settembre 2006

Condy, oh Condy

Lamenti dalemiani in una notte di fine estate. L'America "real-con" spiegata al kennediano Veltroni.

Centodue giorni

Invecchia, il giovane Enrico Letta, senza dare tangibili segnali di vita. Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia, chi vuol esser nullo sia, del diman non v'è certezza.

Musica maestro

Puntuale, cinque mesi dopo il risultato elettorale e dopo l'estate "vulcanica" del presidente, parte er dibbbattito dei politici di Forza Italia sul presente e sul futuro di Forza Italia. A giorni è attesa l'ultima fatica musicale del presidente e di Apicella. Musica maestro!

lunedì, settembre 04, 2006

Quei suoni gitani che uniscono l'Adriatico

"Vedendoli scorazzare su e giù per la Puglia nelle rassegne estive di quest’anno si ha la certezza di quanto il legame culturale tra le due sponde dell’Adriatico non possa prescindere dall’arte della musica. Sono i gruppi musicali balcanici che, da qualche anno, spopolano nelle piazze e nei teatri di tutta Italia ma che proprio lungo le città costiere del “mare veneziano” sembrano ritrovare il loro habitat naturale. Fanfare, ottoni e tamburi accompagnano la delicatezza delle voci bianche bulgare e inondano di suoni gitani le notti estive salentine" [... continua su Emporion].

Emporion. L'Europa verso la frontiera balcanica

Al di là dei governi che cambiano, l’interesse italiano per l’area balcanica resta prioritario. Nella nuova stagione europea che si apre, il nostro paese deve assumere il ruolo di guida per l’ingresso nell’Unione di quelli che vengono ormai definiti i paesi dei Balcani occidentali: quell’area dell’ex Jugoslavia, uscita da una spaventosa guerra civile, alla quale dobbiamo dare prospettive d’integrazione politica ed economica. Il percorso, che si prospetta lungo, è già cominciato. Ma anche dall’altra sponda dell’Adriatico guardano a noi con speranza e fiducia.

sabato, settembre 02, 2006

Cento giorni

Sono trascorsi cento giorni dall'insediamento del governo di Romano Prodi. Una data simbolica. Ma in cento giorni non abbiamo capito quale sia stato sinora il contributo giovane e innovativo dato al governo da Enrico Letta nella sua veste di successore dello zio.

L'emigrazione polacca e l'idraulico bielorusso

Se l'idraulico polacco turba i sonni tranquilli dei francesi, l'idraulico bielorusso non turberà i sonni tranquilli dei polacchi. Strana, questa Polonia dei gemelli populisti Kaczynski. Da un lato accende pericolose polemiche con il potente vicino tedesco, dall'altro si apre senza paura all'immigrazione proveniente da Est. Da un lato dimostra una certa ruvidezza populistica nei rapporti con i partner europei, dall'altro introduce leggi liberali in termini di immigrazione e lavoro. L'ultima è che vengono semplificate le procedure per l'immigrazione stagionale di lavoratori provenienti da Russia, Ucraina e Bialorussia. In preparazione anche una legge analoga per i lavoratori turchi. Motivo? Molti polacchi sono emigrati più a occidente (400mila solo in Gran Bretagna) lasciando liberi i posti di lavoro più umili, specie nelle campagne. E per le raccolte autunnali è necessario far ricorso alla manodopera straniera. Intanto, il problema dei lavoratori polacchi, in gran parte giovani, emigrati nei paesi occidentali è diventata una vera emergenza sociale nel paese e anche autorità locali come quelle comunali di Wroclaw (l'antica Breslavia), mettono in atto campagne promozionali per convincere gli emigranti polacchi a tornare a casa.

Come cambia la politica estera italiana

Analisi fredda e accurata della politica estera del governo Prodi da parte di Andrea Gilli e Daniele Sfregola. La pubblica l'Opinione (e la riporta Tocqueville): il nostro link è al blog dei Twins. Molte le novità rispetto alle strategie estere del governo Berlusconi: diversi gli obiettivi, nuovo è anche il contesto in cui ci si muove oggi. Molti anche i rischi cui la strategia unionista va incontro e le conseguenze in caso di successo. Ma per poter giudicare, bisogna prima conoscere e il contributo della coppia Gilli-Sfregola è degno di analisti di lungo corso: descrizione dei fatti, costruzione dei contesti, qualche osservazione e giudizio lasciato ai lettori.

venerdì, settembre 01, 2006

Merkel über alles (almeno all'estero)

Ci occuperemo presto dello stato della Grosse Koalition tedesca, che non è per nulla brillante come sembrerebbe a sentire le dichiarazioni dei politici italiani (specie di centrodestra) che vedono il modello berlinese come ipotesi auspicabile anche per l'Italia (ma il governo Prodi non pare affatto in bilico e dunque, se fossi un politico di centrodestra, mi occuperei d'altro, ad esempio di centrodestra). Viaggia con difficoltà, insomma, la coabitazione berlinese e le riforme programmate incontrano più opposizione del previsto, sia nella popolazione che fra i politici stessi: nel caso della riforma della sanità, ad esempio, i problemi per la Merkel vengono dai potenti presidenti delle Regioni che appartengono in maggioranza al suo stesso partito. E nonostante gli indubbi risultati positivi che vengono dall'economia (ripresa solida, diminuzione della disoccupazione, rientro nei parametri di Maastricht) i commentatori politici s'interrogano ormai apertamente sulla reale capacità di leadership di Angela Merkel. All'estero, invece, non ci sono dubbi. La Merkel piace, le sue apparizioni sulla scena internazionale sono sempre un successo, anche se sull'impegno nella missione Onu in Libano la linea non è stata molto chiara. L'ultimo riconoscimento viene dalla rivista americana Forbes che la incorona "donna più potente del pianeta". Ha superato anche l'attivissimo segretario di Stato americano Condoleezza Rice, cui devono aver nuociuto le zuccherose telefonate ricevute dalla barca di Massimo D'Alema.

Bavaresi immaginari

In attesa della visita di Joseph Ratzinger e dell'Oktoberfest, la Baviera si gode gli ultimi scampoli di un'estate ritrovata. Il sole è tornato a splendere su Monaco, dopo un agosto freddo e piovoso come non accadeva da anni. E dunque la Süddeutsche Zeitung offre ai suoi lettori uno spassoso test che misura il grado di conoscenza della propria città: "quanto di Monaco c'è in voi"? Crocette da mettere sulle risposte seduti su un tavolino all'aperto in uno dei caffè della città, approfittando dell'ultimo sole settembrino. Possono rispondere anche turisti e habitué, se ve la cavate con il tedesco, potete provarci anche voi: il questionario è on line.

Piccoli "germanisti" crescono

Le virgolette servono a indicare che germanista, qui, va inteso nel senso di esperto di Germania. Ed è con grande piacere che segnalo, ancora una volta, il blog di Giovanni Boggero GermanyNews. Nell'ultimo anno questo blog è diventato sempre più professionale e la crescita qualitativa degli interventi è stata notevole e impressionante. Chi conosce il suo giovane autore, la sua serietà, il suo entusiasmo e la sua vivacità, non potrà sorprendersene. Però è davvero incoraggiante che nel nostro paese ci siano ragazzi come Boggero capaci di leggere con tanta freschezza e con buona autorevolezza una realtà ampia e complessa come quella della Germania. La Germania letta dall'Italia è il sottotitolo del blog. Walking Class lo inserisce come lettura quotidiana obbligatoria e lo consiglia a quanti sono appassionati di Europa e area germanica.

Walking Class verso il cuore dell'Europa

Con la ripresa autunnale, questo blog privilegerà i propri interessi e solo di tanto in tanto tornerà ad occuparsi di politica interna. Prevarrà l'attenzione alla politica, alla società e all'economia dell'Europa, con particolare riferimento a quell'area che potremmo definire "anseatica", cuore in Germania e occhio lungo sulle coste del Nord, da occidente a oriente, dalla Francia ai confini russi e su fino alle terre scandinave. In elaborazione, il progetto di creare un vero e proprio spazio autonomo all'interno o accanto a Walking Class per offrire ai lettori di lingua italiana un'informazione corretta su un'area transnazionale e centrale del nostro continente. Le cronache di colore sulla Germania che hanno accompagnato in estate l'evento calcistico mondiale, ci hanno impressionato per la scontatezza dei giudizi, per la superficialità dell'analisi e della conoscenza. Pensiamo che sia utile aprire una finestra giornalistica sull'Europa anseatica dato anche lo spazio limitato che la stampa italiana riserva all'informazione dall'estero.