venerdì, gennaio 27, 2006

Il giorno della memoria

Siccome certe emozioni non sono riproducibili a comando, rimando a sensazioni scritte un anno fa. Semmai aggravate dalla preoccupazione per i risultati delle elezioni palestinesi di ieri.

Il sibilo stridulo di Oswiecim.
Oswiecim è un nome quasi impronunciabile. Il suo suono ricorda quello di una saracinesca che si chiude, inesorabile, stridendo nei binari d’acciaio. Un fischio stridulo che provoca un brivido gelato nelle ossa e produce un sibilo acido, insopportabile alle orecchie. Oswiecim atterrisce già quando leggi le lettere sgraziate stampate sul cartello stradale. Si arriva percorrendo una strada statale sconnessa che porta alla fine del mondo, mentre la Cracovia elegante da cui siamo partiti è già cancellata dalla memoria. Nulla sembra umano a Oswiecim. Tutto rimanda all’orrore che fu [... continua].