venerdì, marzo 25, 2005

Berlino - Le lancette di Badaloni

L'edizione pomeridiana del Tg3 ha trasmesso un servizio di costume realizzato a Berlino dal nuovo corrispondente Piero Badaloni, ex presidente ulivista della Regione Lazio ed ex portavoce ufficioso di Romano Prodi da Bruxelles dove è stato corrispondente prima di essere trasportato più ad Est.

OSTALGIE: 5 ANNI FA
Badaloni ci ha offerto una serie di scoop vecchi come il cucco e pieni di errori e omissioni come solo gli improvvisati giornalisti Rai sanno proporci. Ha raccontato il fenomeno dell'Ostalgie come se fosse roba fresca e non una storia ormai di almeno cinque anni fa, sublimata dal film ruffiano Good bye Lenin (non a caso uscito nelle sale cinematografiche d'Europa nel 2003 e girato nel 2002). Ha elencato una serie di prodotti realizzati nella vecchia Germania Est, tornati di moda sull'onda della nostalgia: sono oggi costruiti secondo le migliori tecniche occidentali e immessi sul mercato con le più sofisticate tecniche del marketing capitalistico. Peccato, però, che anche questo sia un fenomeno di cinque anni fa.

CASTELLO: 10 ANNI FA
Di almeno dieci anni fa è invece la polemica sull'abbattimento del vecchio Palazzo della Repubblica, pieno d'amianto e al posto del quale un comitato d'imprenditori e cittadini (non il Comune di Berlino, come sostenuto da Badaloni) avrebbe voluto ricostruire il vecchio castello imperiale tirato giù dal regime comunista. Il progetto è tramontato da tempo. Un anno e mezzo fa il Bundestag ha deciso di demolire il palazzo d'amianto in stile real-socialista e di realizzare al suo posto un ampio spazio verde. Ma Badaloni non lo sa.

SEMAFORI PEDONALI: 12 ANNI FA
Grottesca infine la riproposizione della querelle sui semafori pedonali. Qui torniamo indietro almeno fino al 1993-94, quando in Germania ai più apparve inutile spendere migliaia di marchi per sostituire i simboli dei semafori che all'Est indicavano il rosso e il verde ai pedoni. Anche perché gli omini dell'Est erano più belli di quelli dell'Ovest. Il comitato "Rettet die Ampelmännchen!" (Salvate l'ometto dei semafori) non dovette fare molta fatica per convincere i politici a soprassedere alla sostituzione e la questione si chiuse con la sopravvivenza dei "nanetti da semaforo" orientali. Sono anni, ormai, che gli Ampelmännchen dell'Est sono diventati gadget venduti in ogni angolo di Berlino, riprodotti su cartoline, magliette, borse, cappellini, portachiavi, lampade e tutto quello che la sfrenata fantasia consumistica può produrre. Giusto per gradire, l'Ampelmännchen verde, quello che permette ai pedoni di attraversare la strada, è anche il logo della testata di questo blog. Badaloni rimetta in avanti le lancette del suo orologio e ci racconti qualcosa della Berlino di oggi: quella del decennio passato ce l'hanno già raccontata.