sabato, febbraio 12, 2005

Bosforo

"Il muggito ritmico di una sirena lo indusse a scendere dal letto. Raccolse i calzoni del pigiama dallo scendiletto, se li infilò, cercò le pantofole senza trovarle, e si decise infine ad andare a tirare le tende, scalzo. Aperta la portafinestra, uscì sulla terrazza della stanza. E di colpo, davanti ai suoi occhi abbagliati, apparve il magnifico spettacolo del Bosforo scintillante sotto il sole mattutino.

I ferry-boat e le grandi navi-passeggeri che fanno la spola fra Istanbul e Scutari, o Haydarpasa, solcavano veloci lo stretto braccio di mare. Due grossi carghi, rossi e neri, si dirigevano lentamente verso il Mar di Marmara. Venivano dal Mar Nero, da un porto russo probabilmente. Lente e pesanti, le grandi barche da pesca, che, con le strutture superiori incurvate e dipinte di ingannevoli colori vivaci, davano l'impressione di essere sempre lì lì per naufragare, si trascinavano nella scia dei carghi. Proprio sotto, a ridosso della riva, le solite barche a remi cariche di frutta e di legumi ballavano come turaccioli sulle onde alte e corte".
Jean Bruce, Alta tensione sul Bosforo, 1962