martedì, agosto 11, 2009

Ritratto di Berlino

"In effetti di Berlino mi piace proprio ciò che la distingue da Amburgo, Francoforte, Monaco: i resti delle rovine, nelle quali hanno messo radici faggi e arbusti alti quanto un uomo; i buchi dei proiettili sulle facciate scassate dei palazzi grigi come la sabbia; le immagini pubblicitarie sbiadite dei muri ciechi che reclamizzano sigarette e liquori scomparsi da tempo. Talvolta, nel pomeriggio, dall'unica finestra di uno di questi muri appare una faccia, la testa sopra i due gomiti appoggiati su un cuscino, un volto incorniciato da qualche migliaio di mattoni: ritratto di Berlino. I semafori sono più piccoli, le stanze più alte, gli ascensori più vecchi che nel resto della Germania; l'asfalto è ricco di crepe dalle quali riaffiora il passato. Berlino mi piace soprattutto d'agosto, quando le saracinesche sono chiuse e sulle vetrine si leggono messaggi che annunciano una riapertura sempre meno credibile; quando i 90.000 cani vanno in ferie e intorno ai tergicristalli delle poche auto rimaste si arrotolano i manifestini pubblicitari di un qualsiasi spettacolo life; quando dietro le porte aperte di un bar le sedie rimangono vuote e nella stanza due clienti sparsi non alzano più la testa, nemmeno se per caso entra un terzo".

Peter Schneider, Il saltatore del Muro, 1982