mercoledì, ottobre 24, 2007

La Polonia di Donald Tusk

Varsavia. La prima domanda che viene in mente guardando Donald Tusk, il vincitore delle elezioni polacche, finalmente sciogliersi in un sorriso timido dal palco del quartier generale di Piattaforma Civica (PO), è se ce la farà a reggere il peso delle aspettative. Perché il 41 per cento ricevuto in dote dagli elettori nel voto di domenica lo carica di una responsabilità enorme: quella di ricostruire l'immagine europeista e moderna del paese dopo due anni di irrequietezze del suo predecessore. E' stata certamente una bocciatura per la politica dei gemelli Kaczynski, rimarcata dalla scomparsa parlamentare dei due piccoli partiti estremisti che il gemello premier, Jaroslaw, si era caricato al governo. Ma il consenso che Piattaforma Civica ha raggiunto, grazie soprattutto alla performance televisiva del suo leader nel faccia a faccia con il premier dell'ultima settimana, significa qualcosa di più: che Donald Tusk ha la possibilità di consolidare il vero, grande partito di centrodestra moderato erede della storia e dello spirito di Solidarnosc. E di aprire una nuova stagione politica della Polonia, dopo la lunga, positiva ma controversa fase di transizione dal comunismo alla democrazia.

Chissà se ne sarà capace, questo minuto professore di storia di Danzica, appassionato di foto d'epoca, sposato con due figli, la cui timidezza innata consiglierebbe tutt'altro ruolo che quello del leader politico. Due anni fa perse la corsa alle presidenziali anche a causa di una bugia su suo padre lanciata in corsa da un assistente di Lech Kaczynski, alla quale non seppe ribattere con la tempestività necessaria. Eppure proprio lui, con la sua timidezza e la sua moderazione, è l'uomo che ha determinato la svolta in questa campagna elettorale. Quel faccia a faccia televisivo, che ha inchiodato allo schermo milioni di polacchi, è stato paragonato al famoso duello che oppose negli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon. Lui, Tusk, ha sostenuto il ruolo di Kennedy, giovane, spigliato, addirittura aggressivo. Chissà quanto avrà forzato il suo carattere per aggredire Jaroslaw Kaczynski e inchiodarlo alle responsabilità di un governo disastroso. E il premier è rimasto sorpreso, spiazzato: il suo copione – che fino ad allora aveva funzionato alla perfezione – s'è scompaginato e il gemello cattivo è apparso di colpo un piccolo provinciale capitato per caso alla guida di un grande paese europeo.

Donald Tusk ha pescato voti un po' dovunque. Secondo le prime analisi del flusso elettorale, Piattaforma Civica ha eroso in parte l'elettorato più moderato del PiS, il partito dei gemelli, (presumibilmente il voto giovanile, nel 2005 attirato dal messaggio moralista dei Kaczynski ma poi imbarazzato per le brutte figure internazionali) e in parte ha riportato alle urne cittadini che due anni fa si erano astenuti. Un piccolo afflusso è venuto anche da sinistra, moderati che hanno individuato nel PO l'unica forza politica in grado di contrastare i Kaczynski. Al nuovo vincitore si presenta dunque una sfida tutta politica che va al di là della stessa esperienza amministrativa di capo del governo: costruire le basi di un moderato partito liberal-conservatore. Certo, c'è anche da governare il paese, ma questa sembrerebbe quasi la cosa più facile giacché la Polonia continua a offrire performance economiche di tutto rispetto e presenta una società vitale e aperta, forse la più dinamica fra quelle dell'Europa centro-orientale. Gli investimenti dall'estero proseguono, l'ingresso nell'Unione Europea garantisce fondi che tranquillizzano il settore agricolo e contribuiscono al boom di quello edilizio, l'organizzazione con l'Ucraina dei campionati europei di calcio nel 2012 assicura flussi finanziari anche per i prossimi anni. Il problema è semmai convincere i troppi lavoratori qualificati emigrati all'estero (in Gran Bretagna e in Irlanda soprattutto) a rientrare in patria: lì non basterà il richiamo del cuore, serviranno paghe più alte.

Il compito è dunque grande per Donald Tusk. Servirà la grinta e la tenacia che si nascondono dietro la timidezza. Anche perché l'opposizione sarà agguerrita. I gemelli Kaczynski hanno subito una dura sconfitta ma la politica polacca resta instabile e volatile. E se si guardano le differenze con le elezioni di due anni fa, Giustizia e Libertà ha addirittura accresciuto i consensi in termini percentuali. Lech resta presidente della Repubblica e di fatto, dal punto di vista istituzionale, si apre una nuova era di coabitazione. il premier sconfitto ha riconosciuto la vittoria dell'avversario, gli ha augurato buon lavoro, ha accusato stampa e tv di aver influenzato la campagna elettorale e ha promesso un'opposizione dura. le ragioni di fondo che due anni fa diedero il successo ai gemelli non sono venute meno. Giustizia e Libertà mantiene un robusto consenso specie nelle zone rurali e nella provincia e sarebbe una lettura affrettata quella di considerare chiusa la loro stagione politica.

(dall'Indipendente del 23 ottobre 2007)