domenica, aprile 17, 2005

Vaticano - Chiese orientali

Hanno suscitato molta impressione, durante i funerali di Giovanni Paolo II, i suggestivi canti greci della supplica delle Chiese orientali, che fanno parte dell'ufficio dei defunti della liturgia bizantina, sollevatisi sul sagrato di San Pietro. Si è trattato del saluto delle Chiese d'Oriente al Papa defunto e i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i metropoliti si sono recati davanti al feretro, rivolti verso l'altare nei loro abiti sacri colorati e di diversa foggia.

La Congregazione per le Chiese Orientali ha ricevuto istituzionalmente dal Sommo Pontefice il mandato di porsi in collegamento con le Chiese orientali cattoliche per favorirne la crescita, salvaguardarne i diritti, e mantenere vivi ed integri nella Chiesa Cattolica, accanto al patrimonio liturgico, disciplinare e spirituale della Chiesa latina, anche quelli delle varie tradizioni cristiane orientali.

Il dialogo ecumenico è stato uno dei pilastri del Pontificato di Giovanni Paolo II. Nella sua enciclica Ut unum sint afferma infatti che il Vescovo di Roma deve assicurare la comunione di tutte le Chiese e a questo titolo, egli è il primo tra i servitori dell'unità dei cristiani. Ce lo descrive, in un servizio di Radio Vaticana da scaricare e ascoltare, Alessandro Gisotti.

Notizie sulla condizione delle Chiese orientali dal blog dell'Espresso curato da Sandro Magister che a sua volta è titolare del bel blog Settimo Cielo. Merita una speciale segnalazione questo articolo sulla drammatica esperienza di un prete greco-cattolico nella Romania di Ceausescu. L'inferno comunista rumeno è raccontato in un libro, Fede e Martirio (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2003), del quale ci parla anche Culturacattolica.it.