Si torna a casa per le vacanze (in foto il porto di Brindisi ripreso dal satellite). Walking Class riprende le "trasmissioni" da Berlino nell'ultima settimana di agosto.
giovedì, luglio 26, 2007
Buone vacanze
Si torna a casa per le vacanze (in foto il porto di Brindisi ripreso dal satellite). Walking Class riprende le "trasmissioni" da Berlino nell'ultima settimana di agosto.
mercoledì, luglio 25, 2007
Italia bocciata in turismo
martedì, luglio 24, 2007
L'Europa riaccende i motori
“Abbiamo ottenuto un mandato chiaro per la Conferenza intergovernativa – ha proseguito la Merkel in conferenza stampa – c’è una grande opportunità per avere un nuovo Trattato in vigore nel 2009. C’è stato bisogno di molta volontà e abbiamo fatto ricorso a molti compromessi, ma alla fine ciò che conta è che siamo riusciti ad uscire dall'impasse e a rilanciare il Trattato su basi nuove . E lo abbiamo fatto portando tutti e 27 gli Stati membri sulla stessa strada: tutti hanno dovuto accettare qualcosa o rinunciare a qualcosa”. Stanchezza e soddisfazione si mescolano nel volto e nella voce della Cancelliera, che poche ore prima aveva dovuto quasi rassegnarsi alla prima sconfitta della sua brillante carriera internazionale. La Polonia era rimasta fuori e si prospettava il rinvio alla Conferenza intergovernativa senza l’appoggio di Varsavia, che per bocca del suo gemello premier (Jaroslaw, rimasto in patria ma in perenne contatto telefonico col fratello presidente Lech a Bruxelles) minacciava in una tv locale l’esercizio del veto. Poi una nuova apertura, la ripresa del dialogo, nuovi scontri e alla fine l’accordo. La presidenza tedesca si chiude comunque con un successo, il processo europeo è ripartito, la palla passa adesso in mano ai portoghesi che hanno nel presidente della Commissione Josè Manuel Barroso uno sponsor potente.
Giacché l’accordo è scaturito nella notte tra venerdì e sabato e i quotidiani possono solo oggi darne conto, riepiloghiamo brevemente i punti essenziali. L’ultimo e più duro scontro è stato con la Polonia sul meccanismo di voto nelle decisioni prese dal Consiglio europeo. Varsavia non accettava la soluzione della doppia maggioranza: 55 per cento degli Stati membri e del 65 per cento delle popolazioni. Questo sistema di calcolo favorisce i paesi più grandi. Ma alla fine i Kaczynski hanno strappato una tale quantità di concessioni da rendere forse digeribile al proprio elettorato il sistema proposto dalla Merkel. Esso entrerà in sperimentazione nel 2014 e in vigore nel 2017 (con otto anni di ritardo rispetto alla previsione del 2009) e la Polonia potrà comunque avvalersi del cosiddetto “compromesso di Ioannina” (dalla città greca dove venne approvato), che consente a un piccolo gruppo di Stati di chiedere di riesaminare e rivotare una decisione approvata con la doppia maggioranza. Una sorta di veto presidenziale italiano, con il rinvio della legge alle Camere.
Altri compromessi erano stati trovati nel corso dei “tempi regolamentari” del vertice con Gran Bretagna e Francia, su aspetti considerati sensibili per i rispettivi interessi nazionali da Blair e Sarkozy. La Gran Bretagna temeva le nuove regole sul mercato del lavoro e i contorni troppo imopegnativi del ruolo del nuovo ministro degli Esteri europeo. Ed è stata accontentata su entrambi i punti: la Carta dei diritti fondamentali contenuta nel Trattato non interferirà con il funzionamento del sistema legale britannico, che differisce da quello degli altri Stati membru Ue; il futuro rappresentante della politica estera europea non si fregerà del nome di ministro ma di “Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza”. Chissà se il declassamento nominalistico ne ridurrà anche le competenze che dovrebbero sommare quelle attuali di Javer Solana e del commissario per le Relazioni Esterne. La Francia ha invece ottenuto una minore rigidità sulla libera concorrenza, uno dei dogmi dell’Ue: non sarà più “uno degli obiettivi dell’Unione” ma “il principale strumento per raggiungere gli obiettivi della crescita”. Via libera, dunque, anche ad altri strumenti. La grandeur è salva e con essa anche le preoccupazioni antiglobal che avevano spinto gran parte dei francesi a bocciare due anni fa la Costituzione. Ma Sarkozy è stato ricompensato anche per il prezioso contributo che ha dato alla trattativa con la Polonia. E per la svolta che ha imposto al suo paese, strappandolo da una protesta improduttiva e accompagnandolo verso un europeismo realista e costruttivo.
(pubblicato sul Secolo d'Italia il 24 giugno 2007)
lunedì, luglio 23, 2007
Alexanderplatz. Pagine berlinesi e buone vacanze
Con questo articolo Alexanderplatz se ne va in ferie. Tornerà in autunno, in modalità che dovranno essere compatibili con la programmazione di Ideazione, che si appresta a riprendere le sue pubblicazioni cartacee. Come sempre accade di fronte a un nuovo inizio, l’attenzione redazionale sarà tutta quanta concentrata sulla novità e le rubriche quotidiane che in questi mesi hanno arricchito il sito internet dovranno modularsi secondo le sopravvenute esigenze. Tuttavia, anche se non con cadenza quotidiana, questa finestra rimarrà aperta [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
I Kaczynski, gemelli guastafeste
Quando siedono uno accanto all’altro è difficile distinguerli, tanto sono simili fisicamente. E i due ci giocano su questa somiglianza, recitando il ruolo del buono e del cattivo, una sorta di dottor Jekyll e Mr. Hide impersonati da due controfigure che si scambiano di persona a seconda dell’interlocutore e dell’occasione. Jaroslaw passa per essere il cattivo, Lech assume vesti più diplomatiche. Magari non è vero ma gli altri ci cascano. E così, quando prima del vertice di Bruxelles nel quale la Polonia si è presentata con lo slogan “radice quadrata o morte” per difendere a oltranza il proprio potere di veto nelle decisioni europee Jaroslaw ha comunicato alla stampa che a rappresentare il paese sarebbe andato il fratello Lech, tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, interpretando il gesto come uno spiraglio di apertura. Subito richiuso dal presidente che ha rilanciato la sfida toccando il tasto delicato della memoria: “In realtà dovremmo contare anche il numero dei polacchi uccisi in guerra dai tedeschi, perché senza quelle stragi oggi saremmo 66 milioni”.
Era forse inevitabile che i paesi fuoriusciti dal lungo inverno comunista portassero, come ibernate nel loro bagaglio, le memorie lacerate del passato, memorie che a occidente s’è avuto modo e tempo di stemperare nel confronto democratico e nella riflessione storica. Meno opportuno è che tali lacerazioni vengano rivangate e utilizzate per difendere pur legittimi interessi nazionali come il peso specifico del voto polacco nelle decisioni europee. Ma così sono fatti i gemelli Kaczynski. E sarebbe imprudente sottovalutare il fatto che su questo aspetto i due fratelli si sono conquistati il supporto bipartisan dell’intero parlamento polacco: dato il livello di conflitto interno, non è un risultato da poco. In più la Polonia non è sola.
Pur evitando toni propagandistici, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e le tre Repubbliche baltiche condividono con Varsavia gli stessi timori sul ruolo che il nuovo mini-trattato riserva loro all’interno dell’Unione. E sul credito che Bruxelles vuol dare alla Russia di Putin. Mosca resta il pericolo principale, il nemico di sempre, che si chiami Unione Sovietica o Russia, che si vesta di imperialismo bolscevico o di autoritarismo oligopolista. Un timore che ha spinto Praga e Varsavia a concedere agli Usa gli spazi per i radar e i missili dello scudo spaziale e che rischia di riportare sul tavolo dell’Unione le divisioni tra Vecchia e Nuova Europa.
Ma se il pericolo russo viene condiviso da quasi tutto il vecchio blocco dell’est, il pericolo tedesco rischia di diventare una specialità solo polacca. Le dichiarazioni di Lech Kaczynski sulla conta dei soldati morti hanno accresciuto la tensione. Tra la copertina del marzo scorso del settimanale polacco “Czas!” che ritraeva Angela Merkel con baffi hitleriani a quella dello “Spiegel” di questa settimana, con i gemelli in sella alla cancelliera e il titolo “I non amati vicini”, passa il rapido deterioramento di un rapporto assai sensibile per gli equilibri dell’Europa. C’è da augurarsi che questa volta possa essere il gemello cattivo a premere sul freno.
(pubblicato su L'Indipendente del 22 giugno 2007)
domenica, luglio 22, 2007
Berlino e la Bild
(post lungo)
Inizio a riportare sul blog gli articoli pubblicati in queste ultime settimane su alcuni quotidiani italiani. Si tratta di corrispondenze da Berlino, che riguardano generalmente la Germania e l'Europa, con particolare riferimento a quella centro-orientale e all'area centro-asiatica. Sarà una sequenza cronologica, dunque alcuni articoli si riferiranno a vicende passate. Un modo per sopperire a quello che in Germania chiamano "Sommerloch". Buone vacanze a tutti (e buona lettura).
Sarà come dice il suo direttore Kai Diekmann, che le motivazioni sono squisitamente politiche e patriottiche. Ma la notizia del trasferimento da Amburgo a Berlino della redazione centrale della Bild, il quotidiano popolare tedesco da 4 milioni di copie vendute al giorno (e dieci milioni di lettori), pare avere più a che fare con il mercato e l’ambiente. Il mercato è quello delle notizie scandalistiche, che siano di cronaca o di politica, di costume o di spettacolo. L’ambiente è quello effervescente che Berlino offre a una redazione assetata di sensazionalismo. Amburgo resterà sempre l’Heimat, la madrepatria, con una robusta redazione che si crogiolerà nel ricordo di quando, nel 1952, Axel Springer fondò il giornale. Ma la vita è altrove, così come le notizie. “Berlino è la capitale – insiste Diekmann – è diventata il centro politico, culturale e dello stile di vita del paese”.
Fondata nel 1952 ad Amburgo, la Bild s’impose subito per il taglio aggressivo, strafottente e populista. Il modello di Alex Springer era il britannico Mirror. In Germania li chiamano “Boulevard-magazine”, giornali di strada. Piglio scandalistico nell’affrontare i temi di cronaca, approccio irriverente quando si trattava di scuotere un mondo politico allora assai paludato. Da sempre è la coscienza politicamente scorretta di un paese politicamente correttissimo.
Anche perché Bild e politica sono sempre andate di pari passo. La storia del giornale è legata a doppio filo con quella del suo fondatore. Axel Springer è stato un conservatore tutto d’un pezzo, vicino al partito cristiano-democratico e amico personale di Helmut Kohl. Tenne la schiena diritta negli anni della contestazione studentesca, quando i manifestanti circondavano la sede della sua casa editrice. E ancor oggi è alla Bild che i politici conservatori consegnano più volentieri dichiarazioni e pensieri che poi il tabloid rumina e maciulla alla sua maniera, rendendoli più commestibili al lettore (ed elettore) della Germania profonda.
Tuttavia, nel 1998 la sua costola domenicale, la Bild am Sonntag, sostenne Gerhard Schröder nella corsa vittoriosa alla Cancelleria. La scelta non è servita ad evitare i dispetti. Il municipio di Kreuzberg ha deciso di intitolare il tratto della Kochstrasse, dove ha sede la Springer Verlag, a Rudi Dutschke, il leader del Sessantotto tedesco ferito nel 1968 e poi morto nel 1979 che ne propugnava l’espropriazione. Un quotidiano di sinistra ha titolato: “Rudy il Rosso continua a combattere contro Springer”. E una settimana fa, militanti dell’estrema sinistra hanno incendiato la Mercedes del direttore Diekmann per protesta contro l’organizzazione del G8 ad Heiligendamm, sul Baltico.
Quella tra la Bild e l’establishment culturale è una lunga storia di contrasti. Il Nobel Heinrich Böll la fece protagonista negativo del romanzo “L’onore perduto di Katharina Blum”; il giornalista d’inchiesta Günter Wallraff (quello del libro “Faccia da turco”) si introdusse per quattro mesi nella redazione di Hannover, denunciando scarsa deontologia professionale e violazione della privacy. Era il 1977. Da allora i toni si sono ammorbiditi, la sinistra tedesca è cambiata ma non ha mai amato questo tabloid corrosivo. Semmai, continua a temerlo fingendo di snobbarlo.
Internet è la nuova frontiera. Il sito web, realizzato in joint venture con il colosso Deutsche Telekom, rispecchia anche nella grafica lo stile del cartaceo. E’ il sito più cliccato della Germania. E ha dato origine a un contro-sito altrettanto seguito, un blog che si prende la briga di fargli quotidianamente le pulci: la versione moderna delle inchieste di Günter Wallraff.
Due anni fa Kai Diekmann ha rinsaldato la fama del giornale imbroccando un titolo che ha fatto storia. Era il 19 aprile 2005 e un tedesco saliva al soglio pontificio dopo quasi cinquecento anni: il titolo, secco e a caratteri ovviamente cubitali, sparava “Wir sind Papst”, Noi siamo Papa. Il copyright non era della Bild. Apparteneva a quei manifestanti che, nell’autunno 1989, giravano sull’Alexanderplatz con un cartello divenuto il simbolo della caduta del Muro: “Wir sind ein Volk”, Siamo un solo popolo. Merito della Bild è stato di riprenderlo e adattarlo alla buona novella: l’elezione del Papa tedesco. E così, sedici anni dopo, quelle tre parole hanno di nuovo rappresentato una svolta, segnando lo spartiacque tra la Germania lamentosa e depressa d’inizio secolo e quella vibrante e ottimista di oggi. Che la Bild continuerà a testimoniare da Berlino.
(pubblicato su Il Foglio, 16 giugno 2007)Un viaggio in Corsica
Not in my name
Tedeschi e greci, una faccia una razza
Turchia alle urne, un voto europeo
Oggi 43 milioni di turchi si recano alle urne per il rinnovo del parlamento monocamerale di Ankara. In attesa dei risultati elettorali, che potrete seguire in diretta sul quotidiano turco Hürriyet, vi propongo l'intervista di Repubblica al romanziere e premio Nobel Oran Pamuk. Chi segue questo blog sa che siamo fieri sostenitori dell'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Un utile ripasso alla questione, trattata come consuetudine da differenti punti di vista, la ritrovate nei numeri passati di due riviste che ho diretto fino a qualche tempo fa: Ideazione ed Emporion. Essendo i due numeri usciti quasi in contemporanea, alcuni articoli sono stati ripresi sul dossier online di Ideazione e dunque li troverete due volte. Più lontano nel tempo (risale al 2002) un precedente numero monografico di Emporion sulla Turchia. E approfitto per riproporre un mio vecchio reportage da Istanbul, datato 2003.Dalla stampa europea segnalo articolo e speciale della BBC, sul cui sito potrete seguire lo spoglio dei voti se vi risulta difficile il turco di Hürriyet e due contributi di analisi dall'Economist: il primo si concentra sul riflesso in politica estera, il secondo su quello interno. Appendice sempre dall'Economist: il diario di viaggio di un suo inviato, in giro per la Turchia nella prima settimana di giugno. La presenza della più numerosa comunità turca in Europa rende sempre rilevante l'opinione della stampa tedesca: abbiamo scelto la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ). Impostazioni differenti in Francia. Il sarkozyano Le Figaro sceglie un taglio volutamente polemico, facendo da ripetitore alle note posizioni del presidente sulla Turchia. Più articolato il quadro fornito da Le Monde e dal Courrier International, che offre ai lettori anche una veloce rassegna dei giudizi espressi dalla stampa europea nei giorni scorsi (qui la versione in francese, ma potete anche scegliere l'inglese o il tedesco).
Mentre la stampa italiana è come al solito avara di informazioni su qualsiasi evento accada oltreconfine, qualcosa di interessante e approfondito si può trovare su siti specialistici. Come l'ampio dossier elettorale su Osservatorio sui Balcani, che descrive anche i partiti in campo e, cosa ancor più meritoria, presenta un'intervista a uno dei miei registi preferiti, il turco-tedesco Fatih Akin (Solino, Im Juli, La sposa turca, Dall'altro lato). Interessante, tuttavia, il diario elettorale da Istanbul in diretta su Panorama.
Tom Cruise e i chierichetti copioni
venerdì, luglio 20, 2007
Alexanderplatz. Viaggiatori italiani in Germania/5
E povera Germania. Di lì a pochi anni, il nuovo ordine mondiale calerà sul paese la propria mannaia, spezzandolo in due parti: la Repubblica Federale ad Ovest, libera e capitalista, sotto il controllo di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia; la Repubblica Democratica ad Est, sotto il ferreo giogo comunista dell’Unione Sovietica. La cortina di ferro scenderà [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].Le puntate precedenti di "Viaggiatori italiani in Germania":
1. I barbari di Tacito
2. L'incubo doganale
3. La Berlino futurista
4. Macerie naziste
giovedì, luglio 19, 2007
Alexanderplatz. Viaggiatori italiani in Germania/4
La Germania di Hitler, alleata sul piano geopolitico e militare, diventa la casa di tutte le virtù. Come si evince dalla penna pur brillante del giornalista di guerra Enrico Mandillo che nel suo Fronti. Attraverso l’Europa in guerra (1942), così descrive la fede cieca del popolo tedesco nella vittoria militare: “A quattro anni di distanza, ho rivisto la Porta di Brandeburgo e il viale dei Tigli. I festoni, le bandiere, le gale [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].Le puntate precedenti di "Viaggiatori italiani in Germania":
1. I barbari di Tacito
2. L'incubo doganale
3. La Berlino futurista
La locomotiva tedesca parte da Stoccarda
Sarà ancora più bella della Hauptbahnhof di Berlino. E probabilmente anche più funzionale. E' la nuova stazione di Stoccarda, la capitale del Baden-Württemberg che sta ormai assumendo un ruolo sempre più decisivo nell'Europa centrale. Da Stoccarda si raggiunge Parigi in tre ore e mezzo, grazie al nuovo collegamento ferroviario veloce ed è proprio come punto nodale dei nuovi network veloci che il nuovo progetto era stato ideato già molto tempo fa. Bisognerà tornarci su Stoccarda, perché la ripresa economica dell'Europa occidentale trainata dalla Germania trova, secondo me, proprio qui il suo baricentro perfetto. Più di Francoforte e, certamente, più di Berlino. La notizia di oggi è che sono state approvate le modalità del finanziamento del progetto. Per il momento, godetevi le immagini di Stuttgart 21.Lapo Berlin
Ali Talia
Inquietudini ungheresi
mercoledì, luglio 18, 2007
Detto, fatto
Alexanderplatz. Viaggiatori italiani in Germania/3
Una silenziosa frenesia, non troppo distante da quella che si può osservare oggi negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie della Germania. Ma non era il silenzio, né la conversazione “ferroviaria” di rondinelle e passerotti ad attirare la rumorosa combriccola dei poeti del futurismo italiano, che negli anni Dieci e Venti elessero Berlino a simbolo dell’ideale futurista europeo. La modernità avanzava [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].Le puntate precedenti di "Viaggiatori italiani in Germania":
1. I barbari di Tacito
2. L'incubo doganale
Era meglio la Prima Repubblica
Aliserbia
Ucraina velenosa
Bundeslazio
Nella prima amichevole di un certo peso, i giovani di Delio Rossi hanno fatto vedere i sorci verdi ai campioni di Germania dello Stoccarda. Ah, la Lazio!
I buffoni di Tripoli
martedì, luglio 17, 2007
Alexanderplatz. Viaggiatori italiani in Germania/2
Tutt’altri problemi si trovò ad affrontare, venti secoli dopo, Luigi Arnaldo Vassallo, giornalista e caricaturista, che fondò nel 1878 con Federico Albanese il Messaggero di Roma e portò, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, il Secolo XIX di Genova ad essere una delle testate più prestigiose d’Italia. Con lo pseudonimo di Gandolin, scrisse nel 1889 Il pupazzetto tedesco (pubblicato da Treves nel 1908) descrivendo l’impatto con le dogane del Reich germanico [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
lunedì, luglio 16, 2007
+36,4° ma non è record
Alexanderplatz. Viaggiatori italiani in Germania/1
Per questa ultima settimana di Alexanderplatz prima delle ferie estive, ripubblico in cinque puntate (da oggi a venerdì) un saggio scritto oltre due anni fa per la rivista Il Veltro in occasione del cinquantenario degli accordi di lavoro tra Germania e Italia. Uscito nel 2005 come numero speciale con il patrocinio della Presidenza della Repubblica italiana, aveva per titolo: "Le relazioni tra l'Italia e la Germania". La rivista Il Veltro nacque nel 1957 come organo culturale della Società Dante Alighieri e ha collaborato in maniera diretta con gli istituti italiani di cultura sparsi per il mondo. Dal 1974 è divenuta autonoma rispetto alla Dante Alighieri, proseguendo la sua intensa opera culturale. Ha un sito internet ma gli articoli non vengono inseriti online. Ovviamente, qui si ringrazia Ideazione per l'opportunità di mettere in rete, attraverso la rubrica Alexanderplatz, questo lungo saggio sui viaggiatori italiani in Germania nel corso dei secoli. Si tratta di una carrellata non esaustiva e con qualche arbitrarietà di cui sono l'unico responsabile.Qui la prima puntata:
“Ich finde in diesem Volk die lebhafteste und geistreichste Industrie, nicht um reich zu werden, sondern um sorgenfrei zu leben“. E ancora: “Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso”. Queste due frasi appartengono alla penna di Wolfgang Goethe, che riportava con trasporto le sue impressioni del viaggio napoletano [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
sabato, luglio 14, 2007
A Gera, a Gera
Südwind
venerdì, luglio 13, 2007
Una donna per i conservatori della Csu?
Alexanderplatz. Ratisbona specchio del passato
Se si dovesse mettere un confine tra il mondo mitteleuropeo del vecchio impero austro-ungarico e il mondo tedesco dei Reich, esso dovrebbe essere qui, a Regensburg. Il cambio di atmosfera si avverte immediatamente, forse anche complice il freddo vento di tramontana che spira oggi dalle foreste bavaresi ad est e fa precipitare la colonnina di mercurio a 17 gradi [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
A Mosca, a Mosca
Reazionari
giovedì, luglio 12, 2007
Cécilia for president
Integrationsgipfel. Proposte e polemiche
Il tempo da Knut ha le ore contate
Alexanderplatz. Sotto il vestito, Berlino
All’inizio del Ventunesimo secolo, una capitale globale e cosmopolita che si rispetti, che vuole davvero essere all’avanguardia e dettare mode e tendenze al mondo intero non può mancare un qualche aggancio con quella forma di arte e design e industria e cultura e mondanità contemporanea che è la moda [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
mercoledì, luglio 11, 2007
La moda sbarca sulla Sprea
Gli affitti di Berlino
Perdete ogni speranza, o voi ch'entrate
Alexanderplatz. Fiori d'arancio e capelli grigi
Chissà se è poi vero che sia in crisi la famiglia. Di certo è in crisi il concetto di famiglia tradizionale. Cioè il matrimonio. Uomo e donna che sanciscono davanti al prete o davanti al sindaco la loro unione. Sacra o profana, ma per sempre. O quasi. Il dato è riscontrabile in tutte le statistiche europee. E ieri il Tagesspiegel ha fornito ai suoi lettori quelle relative alla città di Berlino [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Il miglio verde (verde Libia)
Veltroniana/2
Veltroniana/1
martedì, luglio 10, 2007
Alexanderplatz. Knut è pronto per diventare orso
Prima o poi doveva accadere. La favola di Knut è in qualche modo finita. Finita la storia dell’orsetto polare bello come un batuffolo di cotone, finite le rotolate quotidiane assieme al suo padre adottivo, finite le esibizioni di fronte a centinaia e centinaia di fans che ogni giorno, dal marzo scorso, si assiepano davanti alla sua gabbia (il conto ha ormai superato il milione). Finito. Da oggi [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Berlino-Buenos Aires
lunedì, luglio 09, 2007
Alle origini della geopolitica
Wintergarten
Campagna acquisti
Alexanderplatz. Come guidare in Germania
Ne ho sentite di tutti i colori, riguardo al modo in cui si guida in Germania. C’è chi apprezza il rispetto quasi maniacale delle regole e chi, al contrario, trova l’esperienza stressante per una certa mancanza di flessibilità. Conosco persone che, viaggiando dall’Olanda all’Italia, preferiscono percorrere le autostrade francesi [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
domenica, luglio 08, 2007
I Balcani prima dei Balcani
Da Wiesbaden a Budapest (via Sandrino)
venerdì, luglio 06, 2007
Alexanderplatz. La storia bella dell'immigrazione
Ieri l’Istat ha comunicato che gli italiani sono diventati di più. Gli abitanti hanno superato la cifra di 59 milioni. E questo grazie agli immigrati, i nuovi cittadini che si stanno integrando nel nostro paese, portando la loro voglia di lavorare, le loro famiglie e anche i loro costumi e le loro abitudini, che integrano e arricchiscono le nostre [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Mediterraneo
giovedì, luglio 05, 2007
La casa degli orrori
Il bello, il brutto e il cattivo
Medici senza frontiere
Fischia il treno
Alexanderplatz. Le meraviglie del profondo Nord
“Vuoi una vacanza veramente cool? Vieni in Finlandia”. Questo è lo slogan dell’ultima campagna pubblicitaria che l’ufficio del turismo di Helsinki ha varato per i paesi latini. In Italia la potete ritrovare un po’ dovunque, sui giornali, sui siti internet più frequentati, in qualche città persino sugli autobus. La Finlandia pubblicizza se stessa e offre agli italiani una vacanza fuori dal comune [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Non ci si fila neppure la Apple
mercoledì, luglio 04, 2007
L'anniversario. L'onore delle armi
La Frankfurter Allgemeine ricorda con stile "il trauma" di un anno fa.
Europa e globalizzazione
Dolce stil novo
Alexanderplatz. Italia-Germania un anno dopo
Il 4 luglio è il giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti dall’Inghilterra. Più modestamente, da un anno a questa parte, per gli italiani che vivono in Germania, è il giorno del riscatto nazionale. Grazie a una sfera di cuoio. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che una comunità si riconosce come tale grazie alle emozioni che il calcio sa offrire. La letteratura di genere è ormai stata sdoganata [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Sta morendo, anzi no: il giornalismo spazzatura
It's the democracy, stupid!
martedì, luglio 03, 2007
La risposta di Forza Italia a Veltroni
Marinai svizzeri
Si tifava per Alinghi e Alinghi ha vinto. La Coppa America resta in Europa, a veleggiare sulle Alpi.
Così vicini, così lontani
Europa, promossi e bocciati
Meno uno. Wir haben keinen Angst/2
Il titolare di questo blog si dissocia da qualche frase esagerata (dovuta, credo e spero, all'euforia del momento) e da qualche nostalgismo di troppo degli intervistati. Tuttavia, Nello è un grande.
Alexanderplatz. Grandi magazzini
Sarà che la Rinascente non ha più il fascino di una volta, ora che non è neppure più italiana. E sarà che i centri commerciali, queste nuove cattedrali dello shopping giustamente celebrate e vivisezionate dall’interesse dei sociologi, sono un po’ tutti uguali e dislocati fuori dai centri urbani. Ma se volete essere sicuri di trovare turisti italiani in giro per Berlino, venite in uno dei grandi magazzini della città [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
lunedì, luglio 02, 2007
Alexanderplatz. La Berlino americana
Da pochi giorni è trascorso l’anniversario del discorso di Ronald Reagan sotto la Porta di Brandeburgo a Berlino, quello del famoso appello a Mikhail Gorbaciov a tirare giù il Muro che ancora divideva la capitale tedesca. Era il 12 giugno 1987 [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].


